Foibe – 10 Febbraio Giorno del ricordo

PDCdP 4

Grazie alla ostinata ricerca della verità e al pericolo dell’oblio su questa tragedia italiana, il 10 febbraio è stato istituito il Giorno del Ricordo e la parola foibe è entrata nel nostro vocabolario. Molti persero la vita. Moltissimi altri italiani furono costretti dalle milizie del regime di Tito a un doloroso esodo: trecentomila tra donne, bambini, ragazze e ragazzi, uomini all’improvviso senza una terra e senza una casa, in fuga dalla violenza.Conoscere e tramandare le grandi ferite della storia ci deve aiutare a tenere gli occhi aperti su ciò che accade oggi. Perché sono tante le aree del pianeta dove si soffre, si scappa, si subiscono ingiustizie e violenze. Noi quindi dobbiamo esserci, come custodi attivi del ricordo, ma insieme anche come promotori di politiche di solidarietà, attente a tutti coloro i cui diritti, in ogni parte del mondo, sono calpestati. A questo serve la pace che come europei abbiamo conquistato.

(Nicola Zingaretti, Segretario nazionale del Partito Democratico)

#Giornodelricordo

4 thoughts on “Foibe – 10 Febbraio Giorno del ricordo

  1. Onore al Comune di Città della Pieve che ricorda sempre l’Olocausto delle Foibe dimenticato per decenni. Grazie di cuore.
    Laura Brussi Montani – Esule da Pola
    Volontariato per non dimenticare
    Consigliere Nazionale – Opera Naz. per i Caduti senza Croce – Sede di Roma
    laurabrussi.pola@virgilio.it

    Preghiera per i martiri delle foibe
    composta nel 1959 da Mons. Antonio Santin, Arcivescovo di Trieste e Capodistria
    O Dio, Signore della vita e della morte, della luce e delle tenebre,
    dalle profondità di questa terra e di questo nostro dolore noi gridiamo a Te.
    Ascolta, o Signore, la nostra voce.
    Oggi tutti i Morti attendono una preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto. E anche noi siamo venuti
    qui per innalzare le nostre povere preghiere e deporre i nostri fiori, ma anche per apprendere
    l’insegnamento che sale dal sacrificio di questi Morti.
    E ci rivolgiamo a Te, perché tu hai raccolto l’ultimo loro grido, l’ultimo loro respiro.
    Questo calvario, col vertice sprofondato nelle viscere della terra, costituisce una grande cattedra, che indica
    nella giustizia e nell’amore le vie della pace.
    In trent’anni due guerre, come due bufere di fuoco, sono passate attraverso queste colline carsiche; hanno
    seminato la morte tra queste rocce e questi cespugli; hanno riempito cimiteri e ospedali; hanno anche
    scatenato qualche volta l’incontrollata violenza, seminatrice di delitti e di odio.
    Ebbene, Signore, Principe della Pace, concedi a noi la Tua Pace, una pace che sia riposo tranquillo per i
    Morti e sia serenità di lavoro e di fede per i vivi.
    Fa che gli uomini, spaventati dalle conseguenze terribili del loro odio e attratti dalla soavità del Tuo
    Vangelo, ritornino, come il figlio prodigo, nella Tua casa per sentirsi e amarsi tutti come figli dello stesso
    Padre.
    Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà.
    Dona conforto alle spose, alle madri, alle sorelle, ai figli di coloro che si trovano in tutte le foibe di questa
    nostra triste terra, e a tutti noi che siamo vivi e sentiamo pesare ogni giorno sul cuore la pena per questi
    nostri Morti, profonda come le voragini che li accolgono.
    Tu sei il Vivente, o Signore, e in Te essi vivono. Che se ancora la loro purificazione non è perfetta, noi Ti
    offriamo, o Dio Santo e Giusto, la nostra preghiera, la nostra angoscia, i nostri sacrifici, perché giungano
    presto a gioire dello splendore dei Tuo Volto.
    E a noi dona rassegnazione e fortezza, saggezza e bontà.
    Tu ci hai detto: Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia, beati i pacificatori perché saranno
    chiamati figli di Dio, beati coloro che piangono perché saranno consolati, ma anche beati quelli che hanno
    fame e sete di giustizia perché saranno saziati in Te, o Signore, perché è sempre apparente e transeunte il
    trionfo dell’iniquità.
    O Signore, a questi nostri Morti senza nome ma da Te conosciuti e amati, dona la Tua pace. Risplenda a loro
    la Luce perpetua e brilli la Tua Luce anche sulla nostra terra e nei nostri cuori, E per il loro sacrificio fa che le
    speranze dei buoni fioriscano.

    ONORIAMO E RICORDIAMO TUTTI I CADUTI VOSTRI CONCITTADINI –
    Aglietti Marino 13/5/26 – DI ANNI 18 Città della Pieve 6^NO Cp.Perugia 6/10/44, Osp.Novara (fer. In imboscata a Fara Novarese NO)
    Benigno Tommaso 1/8/06 – DI ANNI 39 , Città della Pieve 1^TO 9/3/45, Cisterna d’Asti AT (+ 17 imboscata)
    Casarelli Sergio 24/7/12, DI ANNI 31 Città della Pieve Leg. 144^Btg. dist.Brceli 30/10/43, ucciso a Cettigne, Montenegro (ex Jugoslavia) cerchiamo i familiari per inoltrare la domanda al Consiglio de Ministri per l’Onorificenza come da Legge Menia n. 92 del 30 marzo 2004
    Cornacchio Angelo 16/4/27, DI ANNI 18 Città della Pieve Marò X MAS Btg.Lupo Cp.C.do 20/2/45, Osp.Conselice RA
    Cricco Velio 11/2/17, DI ANNI 27 Città della Pieve Serg. 82^Rgt.2^Btg. 21/3/44, S.Germano Chisone TO (agguato)
    Donati Adelmo 27/7/25, DI ANNI 19 Città della Pieve Marò X MAS Btg.Lupo manc.par.ord. 16/6/44, Licciana Nardi MS (incid.difens.)
    Droghieri Luciano 12/12/24, DI ANNI 20 Città della Pieve Art. ANR AR.CO. 7^Gr.TO-Giordano 30/5/44, Chivasso TO (incid.anneg.fiume Po) C
    D’Ubaldo Gualtiero 18/8/16, DI ANNI 26 Città della Pieve Sg.m.Mo ANR Gr.As. (cbt.aereo) 6/4/44, cielo Pergine V. AR Cim.Fi-Trespiano C
    Leprini Jafet 22/7/20, DI ANNI 24 Città della Pieve Vol. daziere,ex Guardia di Finanza 24/1/44, Città della Pieve PG (mitr.aereo)
    Peretti Sauro Lauro 21/6/25, DI ANNI 19 Città della Pieve S.Capo X MAS Btg.Lupo 2^Cp. 15/8/44, Pont Canavese AO, attentato mentre si dirigeva in chiesa per assistere alla Messa
    Porzioli Rolando 17/4/27, DI ANNI 18 Città della Pieve Marò X MAS Btg.Lupo 20/2/45, Fr.Senio – Conselice RA *
    ETA’ MEDIA 23 ANNI
    NON LI DIMENTICHIAMO

  2. GOSTI Clara – Ausiliaria
    In qualche caso i nomi di Ausiliarie cadute sul campo, e sepolte in forma anonima per mancanza di ogni riferimento immediato, sono stati conosciuti dopo parecchio tempo, colmando qualche lacuna specifica. In questo senso, un esempio probante è quello di Clara GOSTI, la cosiddetta “Ausiliaria ritrovata” uccisa a Milano da una Brigata partigiana il 28 aprile 1945 (a guerra terminata) dopo le immancabili sevizie e sepolta senza alcuna indicazione nel Campo 10 del Cimitero di Musocco, ma individuata nel gennaio di 9 anni dopo, grazie alla testimonianza della consorella Nadia Sala, a fronte del racconto di un ex Maresciallo appartenente alla Guardia Nazionale Repubblicana. In seguito tali informazioni furono trasferite a Enzo Gosti, fratello di Clara, con ragguagli circa la fucilazione della sorella assieme ad altre due Ausiliarie, e con alcuni particolari circa la loro fine, come l’orgoglio di non avere rinnegato la propria Fede e di avere portato la divisa Grigioverde fino al termine di quel tragico calvario. Ciò, senza dire dell’oltraggio postumo con cui le Spoglie delle Vittime furono abbandonate sulla pubblica via, dove furono raccolte soltanto pià tardi e deposte in una fossa anonima del predetto Camposanto (per maggiori ragguagli in materia, cfr. Giorgio Pisanò, L’Ausiliaria ritrovata: la fine di Clara GOSTI, in “Meridiano d’Italia”, Milano, 14 febbraio 1954 – con Fotografia).

  3. AUSILIARIA ROSANNA RAPELLINI
    UNA LUNGA VITA NEL SEGNO DEI VALORI NON NEGOZIABILI
    *
    Nell’ottobre 2016, il Colle della Vittoria di Novara vide svolgersi una solenne commemorazione di Caduti Italiani delle due Guerre Mondiali del Novecento, per commendevole iniziativa assunta dall’Istituto del Nastro Azzurro. Nell’occasione, fu consegnata una decorazione al Merito di Guerra a Rosanna Rapellini, in riconoscimento dell’assistenza svolta durante l’ultimo conflitto in qualità di Tenente del Servizio Ausiliario Femminile (SAF), che andava ad aggiungersi alla decorazione della Gioventù Italiana del Littorio, già riconosciute in occasione dei suoi primi impegni giovanili, improntati a convinto e sano patriottismo, e alla Medaglia della Repubblica Sociale.
    Rosanna, in tale occasione, si fece premura di ricordare il rispetto della Patria e l’entusiasmo che furono alla base della sua scelta del SAF, con una preferenza per il ruolo di Crocerossina, anche in memoria del padre Francesco, combattente della prima Guerra mondiale, e della seconda in Albania, già Sciarpa Littoria, e Milite della Polizia Ferroviaria nel momento in cui fu sequestrato dai partigiani nei pressi di Omegna (luglio 1944), e più precisamente alla stazione ferroviaria di Crusinallo, senza fare ritorno, e senza che le sue Spoglie potessero essere mai recuperate: un dramma familiare che avrebbe dolorosamente accompagnato la giovane Ausiliaria nella propria scelta di vita, sia nel periodo bellico, sia in seguito, tanto più che Francesco Rapellini si sentiva “in pace con se stesso” e non aveva alcun peso sulla coscienza, bensì la tranquilla coscienza di “avere servito la Patria”.
    Oggi, Rosanna ha compiuto felicemente il secolo di milizia umana e civile nella sua residenza di Vaprio d’Agogna (Novara), essendo nata nel settembre 1924 ad Ala (Trento) per trasferirsi dopo quattro anni ad Arona, dove visse fino al 1938, e infine a Domodossola, che avrebbe lasciato nel 1944 per seguire la primigenia vocazione di Crocerossina Volontaria nelle file del Servizio Ausiliario Femminile, con presenze istituzionali all’Ospedale di Novara, e non senza importanti missioni nel circondario, come quella di Gorla del 20 ottobre, in occasione del criminale bombardamento effettuato dagli Alleati quando sganciarono 37 tonnellate di bombe che distrussero, fra l’altro, la Scuola “Francesco Crispi” uccidendo 184 bambini, 25 insegnanti, e parecchi genitori che avevano raggiunto l’edificio nel vano tentativo di soccorrere i figli. Rosanna fu protagonista di un’analoga iniziativa umanitaria anche in occasione di un altro bombardamento su Vercelli, e fedele all’impegno di assicurare adeguate cure ai feriti, senza dimenticare l’impegno per garantire una degna sepoltura ai Caduti.
    Prima dell’arruolamento nel SAF era stata Figlia della Lupa, Piccola Italiana e Giovane Italiana, aveva fruito della gratuità scolastica promossa dal Governo, e durante l’estate era stata ospite della “Colonia” di Rimini, oggi inattiva, come ha raccontato nelle sue memorie, sebbene “la miseria ci sia ancora”. Del pari, non ha fatto mistero del fatto che prima dell’otto settembre 1943, data dell’armistizio, imposto al Governo Badoglio assieme alla Monarchia, non aveva mai visto un partigiano, mentre rammenta bene gli aviolanci effettuati dagli Alleati in aiuto della Resistenza, che veniva foraggiata con armi e vivande, e nello stesso tempo con soldi destinati a sostenere la guerra civile.
    Nell’ambito dei ricordi di Rosanna non mancano quelli del dopoguerra, quando andava al Camposanto di Agrate Conturbia, dove i partigiani le sputavano addosso, sebbene il suo intento fosse soltanto quello di assicurare onorate sepolture ai tanti Italiani incolpevoli passati per le armi dopo un giudizio sommario emesso dal cosiddetto Tribunale del popolo, sempre propenso a emettere condanne a morte a fronte di meri sospetti, se non anche di accuse totalmente infondate. Poco tempo più tardi, si sarebbe ritrovata negli effettivi del Movimento Sociale Italiano, costituito coraggiosamente alla fine del 1945, e in quelli della CISNAL, la nuova Organizzazione sindacale della Destra, dove fu Segretaria, quasi a confermare una vocazione parallela in difesa dei lavoratori sensibili al permanente richiamo dei valori nazionali.
    Rosanna Rapellini costituisce la preziosa testimonianza vivente di una stagione plumbea come quella del secondo conflitto mondiale e della guerra civile che ne fu conseguenza drammatica anche in Italia. Nello stesso tempo, è una fonte fedele e oggettiva di storia, tanto più che nella sua opera di Crocerossina non fece distinzione fra le parti, prestando le proprie cure anche a partigiani feriti, nell’osservanza di una pietas che è cosa buona e giusta menzionare a futura memoria. Ciò, sia per la nobiltà dei comportamenti, sia per la forza volitiva di prescindere da ogni valutazione momentanea, se non anche egocentrica; tuttavia, non trascurando di confermare sempre la sua opposizione pregiudiziale, in primo luogo etica. Del resto, le cronache dell’epoca non fanno mistero delle efferatezze compiute, che rendono onore, a più forte ragione, al comportamento di Rosanna e delle altre Crocerossine Ausiliarie, confermando ancora una volta la straordinaria ecceità di questi reparti, anche in un momento storico in cui tutto appariva condannato al crollo finale.
    Dopo l’otto settembre, la prima reazione di queste giovani Italiane davvero “senza macchia” fu quella di non indulgere a lassismo, né tanto meno a rassegnazione, ma di trovare uno sprone in più per contribuire alla salvezza della Patria. L’assunto è tanto più credibile in quanto, per dirla con le parole della medesima Rosanna, “con il mio servizio potevo coprire il posto lasciato da un militare” chiamato a battersi in prima linea proprio per quella salvezza, in ossequio – come avrebbe detto in tempi recenti – a un “ideale che oggi non c’è più”.
    Nell’aprile 2024, alla vigilia del suo centenario felicemente compiuto in settembre, ormai impossibilitata ad affrontare viaggi ad ampio raggio, ma perfettamente lucida nella perenne fedeltà ai Valori per cui si era impegnata per tutta la vita, Rosanna era presente in spirito alla “Piccola Caprera” sul Mincio, con un forte messaggio di cameratesca amicizia con le ragazze di Raido, ivi convenute per il proprio raduno. Le sue parole sono la conferma di un’esemplare coerenza onorata per tutta la vita, su cui è necessario riflettere, e trarne adeguati auspici. “Viva l’Italia! E siate fiere, perché dove siamo passate, abbiamo lasciato solo cose fatte bene, con gioioso entusiasmo, e con stoica accettazione del dovere”. Si tratta di un messaggio formulato nel segno convinto della tradizione, della coesione morale e del loro “fuoco” inestinguibile, destinato a tradursi nel buon seme pronto a germogliare, offrendo frutti certamente copiosi.
    *
    Al centenario di Rosanna ha fatto seguito una bella intervista a tutta pagina di Alessandro Dell’Orto, pubblicata con giusta evidenza da “Libero” nella rubrica delle attualità, in data 27 ottobre 2024. Nel testo in parola si pongono in buona luce nuovi dettagli circa la sua vicenda di Ausiliaria della Repubblica Sociale, a cominciare dalla premessa in cui la protagonista, definita tuttora combattiva e lucida, chiarisce che, diversamente dai giovani di oggi, spesso adepti del “Grande Fratello”, quelli della sua epoca credevano soltanto in “Dio, Patria e famiglia”. A ben vedere, si tratta di una vera e propria anabasi, in cui Rosanna dichiara con giusta soddisfazione che proprio per questo sono sempre parecchie le odierne generazioni giovanili ansiose di apprendere la verità circa la storia italiana degli anni quaranta, tanto più che “nelle scuole gli insegnanti saltano periodi o raccontano balle”. Poi afferma di avere raggiunto il centenario perché ha saputo e voluto “tenere il cervello attivo”, fattore essenziale per far funzionare meglio anche tutto il resto.
    Rosanna si sofferma parecchio sulle provvidenze sociali del fascismo non certo secondarie nella sua scelta di aderire prontamente alla Repubblica Sociale, ricordando – oltre a quelle per gli adolescenti e per le classi lavoratrici – anche gli interventi destinati alle donne, con particolare riguardo alle ragazze madri, che invece di essere considerate pubbliche peccatrici alla stregua delle vecchie dottrine, erano oggetto di assistenza fino al parto. Ciò, senza dire che, qualora avessero deciso di tenere il bambino, avrebbero fruito di un posto di lavoro riconosciuto “ad hoc” con una decisione quasi rivoluzionaria, in specie se posta a confronto di un perbenismo duro a morire: tutte considerazioni che spiegano meglio la scelta di arruolarsi nel SAF con l’incarico di Crocerossina operante nell’ospedale novarese, ma chiamata anche in stazione, con l’incarico di distribuire viveri e generi di conforto al passaggio delle tradotte militari.
    A guerra finita, Rosanna avrebbe rischiato la vita, almeno per tutto lo scorcio del 1945, quando le suore di Varese non vollero accoglierla per timore di rappresaglie, o quando – in fuga a Genova – ebbe analoghe accoglienze negative, peraltro attenuate dalla provvidenziale offerta di abiti civili; e infine a Livorno, dove si prestava a fare piccoli lavori in cambio di un pasto. In ottobre, tornata a casa, dove la mamma e la sorella erano ospiti di uno zio, avrebbe trovato la propria abitazione “ripulita” dai partigiani che si erano appropriati subito dei vestiti, dei mobili, e persino dei suoi libri. Alla vita normale ebbe modo di tornare pienamente soltanto nel 1953, anno delle nozze cui fece seguito dopo circa due anni la nascita di Francesco, ma proseguendo a lungo nella meritoria opera di recupero dei “suoi” Caduti della Repubblica Sociale, nonostante l’ostracismo politico del Comune di Novara.
    L’intervista di Rosanna si chiude con qualche breve risposta molto indicativa, come quelle riguardanti la propria fede cattolica e la frequenza della Santa Comunione, l’attesa della morte con la consapevolezza di doversi trasferire in un mondo nuovo, possibilmente senza partigiani, e la nostalgia per l’ordine e per la pulizia, in specie morale, che erano stati caratteri distintivi del Ventennio, con un’ultima speranza, quella di notizie circa la tragica fine di suo padre. A ben vedere, si tratta di un testamento non scritto ma indubbiamente etico, senza bisogno di orpelli formali, affidato alla memoria storica di quanti sapranno e vorranno apprezzare le ragioni della cosiddetta “parte sbagliata” secondo la pervicace vulgata di chi persevera nella negazione dei Valori propri delle Ausiliarie e del loro sogno di un’Italia migliore.

    Carlo Cesare Montani – Esule da Fiume
    Volontariato per non dimenticare
    Opera Nazionale per i Caduti senza Croce – Sede di Roma

  4. ONORIAMO E RICORDIAMO TUTTI I CADUTI VOSTRI CONCITTADINI –
    Aglietti Marino 13/5/26 – DI ANNI 18 Città della Pieve 6^NO Cp.Perugia 6/10/44, Osp.Novara (fer. In imboscata a Fara Novarese NO)
    Benigno Tommaso 1/8/06 – DI ANNI 39 , Città della Pieve 1^TO 9/3/45, Cisterna d’Asti AT (+ 17 imboscata)
    Casarelli Sergio 24/7/12, DI ANNI 31 Città della Pieve Leg. 144^Btg. dist.Brceli 30/10/43, ucciso a Cettigne, Montenegro (ex Jugoslavia) cerchiamo i familiari per inoltrare la domanda al Consiglio de Ministri per l’Onorificenza come da Legge Menia n. 92 del 30 marzo 2004
    Cornacchio Angelo 16/4/27, DI ANNI 18 Città della Pieve Marò X MAS Btg.Lupo Cp.C.do 20/2/45, Osp.Conselice RA
    Cricco Velio 11/2/17, DI ANNI 27 Città della Pieve Serg. 82^Rgt.2^Btg. 21/3/44, S.Germano Chisone TO (agguato)
    Donati Adelmo 27/7/25, DI ANNI 19 Città della Pieve Marò X MAS Btg.Lupo manc.par.ord. 16/6/44, Licciana Nardi MS (incid.difens.)
    Droghieri Luciano 12/12/24, DI ANNI 20 Città della Pieve Art. ANR AR.CO. 7^Gr.TO-Giordano 30/5/44, Chivasso TO (incid.anneg.fiume Po) C
    D’Ubaldo Gualtiero 18/8/16, DI ANNI 26 Città della Pieve Sg.m.Mo ANR Gr.As. (cbt.aereo) 6/4/44, cielo Pergine V. AR Cim.Fi-Trespiano C
    Leprini Jafet 22/7/20, DI ANNI 24 Città della Pieve Vol. daziere,ex Guardia di Finanza 24/1/44, Città della Pieve PG (mitr.aereo)
    Peretti Sauro Lauro 21/6/25, DI ANNI 19 Città della Pieve S.Capo X MAS Btg.Lupo 2^Cp. 15/8/44, Pont Canavese AO, attentato mentre si dirigeva in chiesa per assistere alla Messa
    Porzioli Rolando 17/4/27, DI ANNI 18 Città della Pieve Marò X MAS Btg.Lupo 20/2/45, Fr.Senio – Conselice RA *
    ETA’ MEDIA 23 ANNI
    NON LI DIMENTICHIAMO

    Laura Brussi Montani – Esule da Pola
    Volontariato per non dimenticare
    Consigliere Nazionale – Opera Naz. per i Caduti senza Croce – Sede di Roma

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